Infortunio sul lavoro: guida completa sulle procedure da seguire

Cos’è l’infortunio sul lavoro

Il problema degli infortuni sul lavoro è sempre esistito. Una questione affrontata già alla fine dell’Ottocento quando, nell’anno 1898, venne promulgata la legge numero 80 del 17 marzo, con la quale si introduce il concetto di assicurazione sociale per gli infortuni sul lavoro. In pratica, ci si rese conto del rischio che i lavoratori correvano e quindi si decise di tutelarli nel caso in cui malattie e incidenti sul luogo di lavoro, soprattutto dal punto di vista economico. In realtà, con questa prima legge non era contemplata la malattia che poi venne però introdotta nel 1929 con il regio decreto numero 92813. Per oltre due decenni non ci furono ulteriori cambiamenti, anche perché l’Italia, nel frattempo, si è trovata a dover superare il dramma della Seconda Guerra Mondiale. Comunque, nel dopoguerra fu scritta e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, la normativa di riferimento: il Testo Unico. Il DPR del 30 giugno nel 1965, il numero 1124, ha poi chiarito alcune disposizioni per quanto riguarda l’assicurazione obbligatoria, in seguito ulteriormente ampliate e modificate con il decreto legislativo numero 38 dell’anno 2000. Tutte queste leggi e provvedimenti che si sono susseguiti nel corso dei decenni, testimoniano quanto in Italia si sia fatto per migliorare la problematica. Prima di approfondire è però opportuno dare una definizione di infortunio sul lavoro. È importante rimarcare che non c’è una definizione ufficiale normativa di questo termine ma c’è un riferimento nel Testo Unico che ci permette di dire che l’infortunio sul lavoro è un evento nefasto che può provocare dei danni all’integrità psicofisica di una persona durante l’espletamento dell’attività lavorativa. È una definizione che si basa su quattro concetti molto importanti. Innanzitutto, si parla di evento nefasto. Il secondo aspetto riguarda le conseguenze dell’evento, ossia il trauma fisico inteso come lesione di qualsiasi parte del corpo. Terzo concetto altrettanto importante è che l’infortunio deve palesarsi durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e, infine, c’è la causa violenta. Questi quattro concetti sono importanti soprattutto perché definiscono le situazioni in cui è possibile far scattare la copertura assicurativa. Per approfondire è sufficiente dare uno sguardo al sito web dell’INAIL. Qui sono riportate le definizioni di occasione di lavoro e causa violenta. Quando si parla di occasione di lavoro si vuole dire che l’infortunio è stato causato da un’azione connessa all’attività lavorativa. L’INAIL rimarca che non è prevista copertura assicurativa e quindi non possono essere considerati infortuni sul lavoro quelli che vengono simulati dal dipendente oppure si causati da comportamenti non adeguati per l’attività che si sta svolgendo. Terza e ultima situazione è quella in cui le conseguenze siano state aggravate con un approccio doloso da parte del lavoratore stesso al fine di percepire, evidentemente, un risarcimento danni più corposo. Si parla, invece, di causa violenta quando c’è una componente esterna che interferisce, in maniera istantanea e diretta, nel luogo di lavoro comportando dei disagi per il lavoratore che perde la propria capacità psicofisica e va incontro all’infortunio. Ad esempio cause violente potrebbero essere virus, sostanze tossiche ma anche condizioni climatiche avverse. 

Infortunio sul lavoro: cosa fare nell’immediato

Quando in una fabbrica o in qualsiasi altro ambiente di lavoro avviene un infortunio, la prima cosa da fare è attivarsi rapidamente per fare in modo che il dipendente possa godere delle necessarie cure. Lo stesso dipendente può rivolgersi immediatamente al medico aziendale, qualora presente in sede, oppure al proprio medico curante per valutare la problematica e prendere le dovute contromisure con trattamenti e terapie. Se invece le conseguenze dell’infortunio sono piuttosto serie, è fondamentale richiedere immediatamente assistenza al pronto soccorso con l’invio di apposita ambulanza per trasportare la persona in sicurezza. L’intervento del medico che deve valutare la condizione del dipendente infortunato è importante dal punto di vista dell’assistenza sanitaria ma anche della gestione fiscale e assicurativa. Infatti, l’intervento del medico deve essere finalizzato alla produzione del certificato con il quale si dimostra quanto avvenuto. Nel certificato medico viene riportata la diagnosi e il numero dei giorni di inabilità temporanea al lavoro. In parole povere, il medico deve indicare per quanti giorni il dipendente è impossibilitato a lavorare. Va rimarcato che, secondo quanto stabilito dall’articolo 52 del Testo Unico, dopo l’evento nefasto, anche se di lieve entità, il lavoratore deve necessariamente metterne a conoscenza il proprio datore di lavoro. La comunicazione deve essere quanto più tempestiva possibile e questo è nel pieno interesse del lavoratore stesso. Infatti, qualora questo obbligo non venga rispettato, il dipendente perde il diritto alle prestazioni INAIL. Un classico errore che si commette è quello di avvertire il datore dopo diversi giorni. Tutti i giorni antecedenti alla comunicazione non saranno coperti dalle prestazioni INAIL. 

Infortunio sul lavoro: cosa deve fare il datore di lavoro

Per scoprire come funziona la procedura relativa all’infortunio sul lavoro è importante valutare ciò che devono fare i vari attori chiamati in causa, ossia il dipendente infortunato e il datore di lavoro. Quest’ultimo ha dei precisi obblighi. Dopo aver ricevuto comunicazione dell’evento nefasto, il datore di lavoro deve immediatamente avvertire l’INAIL mediante la comunicazione oppure la denuncia. L’obbligo è stato stabilito dall’articolo numero 53 del Testo Unico. Volendo essere più precisi, il datore di lavoro lo deve notificare all’INAIL entro 2 giorni dall’istante in cui il lavoratore lo ha messo a conoscenza dell’evento. Altra precisazione importantissima riguarda la comunicazione del dipendente. Come già evidenziato in precedenza, il lavoratore deve non solo dare comunicazione ma anche presentare l’apposito certificato medico nel quale viene riportata la diagnosi e il giorni di inabilità. In buona sostanza, è questo il documento a cui fa riferimento l’INAIL oltre che alla segnalazione del datore di lavoro. C’è poi anche una procedura ben definita per quanto riguarda la denuncia dell’infortunio da parte del datore di lavoro. Bisogna far riferimento all’entità dell’infortunio stesso. Se l’infortunio ha comportato una prognosi lieve, bisogna procedere con la sola comunicazione di infortunio. L’INAIL stabilisce che tale modalità debba essere presa in considerazione se la prognosi varia tra un minimo di 1 e un massimo di 3 giorni. Quindi c’è soltanto la finalità di comunicare all’ente quanto successo. Invece, si parla di vere e propria denuncia quando la prognosi è superiore ai 3 giorni. A questo punto, automaticamente, l’INAIL attiva la copertura assicurativa e quindi provvede all’indennizzo dell’infortunio secondo l’entità e quanto evidenziato nel certificato medico. La denuncia deve essere effettuata la telematicamente, compilando e inviando un apposito modulo che può essere scaricato facilmente sul sito web di Inail. Si tratta nello specifico del modello 4 bis R.A. 

Infortunio sul lavoro: cosa deve fare il medico

Tra le prime cose che deve fare un dipendente infortunato dopo aver subito tale evento, c’è quella di rivolgersi al medico aziendale, qualora ,presente sul luogo di lavoro, oppure in alternativa al proprio medico curante. Chiaramente, queste sono due situazioni perseguibili qualora l’infortunio sia di lieve entità altrimenti, nei casi più estremi, bisogna rivolgersi al pronto soccorso che invierà immediatamente un’ambulanza per il trasporto in sede. Il medico una volta allertato e informato sulla situazione, ha a sua volta degli obblighi. In particolare, deve inviare il certificato medico di infortunio sul lavoro. La procedura prevede un invio telematico al portale dell’INAIL. Sarà poi premura del lavoratore far avere al proprio datore di lavoro il numero identificativo del certificato medico insieme alla data di rilascio e agli altri dati che riguardano la diagnosi e la prognosi. In questo modo, si mette il datore di lavoro nelle condizioni di effettuare correttamente la denuncia oppure la comunicazione dell’infortunio. Da rimarcare che l’obbligo di produrre ed inviare telematicamente il certificato medico non vale soltanto per il medico aziendale e per quello curante ma anche per qualsiasi struttura a cui l’infortunato si rivolge.

Infortunio sul lavoro: chi paga?

Tra le tematiche più dibattute riguardanti l’infortunio sul lavoro c’è la domanda su chi paga. Chiaramente, quando la procedura di denuncia dell’infortunio e di gestione, attraverso l’intervento del medico curante con certificato relativo, le spese e il risarcimento danni sono a carico dell’INAIL, grazie alla tutela assicurativa. È una tutela resa possibile grazie al contributo che ogni datore di lavoro è obbligato a versare all’istituto stesso a titolo di premio assicurativo. Questo significa che quando un lavoratore si infortuna, allora ci sono delle prestazioni che gli vengono riconosciute. Innanzitutto, si parla di indennità giornaliera dovuta al fatto che il dipendente non è nelle condizioni per poter svolgere l’attività. L’obiettivo dell’indennità è quello di permettere al lavoratore di fruire di un trattamento retributivo durante il periodo in cui non è in grado di prestare servizio. Inoltre, l’indennità giornaliera non è soltanto riconosciuta a titolo di trattamento retributivo ma anche per coprire le spese mediche per le cure, le protesi e anche tutti gli accertamenti diagnostici che si rendono necessari per valutare la situazione. Volendo quantificare questo indennizzo, bisogna far riferimento a varie finestre temporali. In particolare, l’indennità è quantificata al 100% della normale retribuzione per il giorno in cui è avvenuto l’infortunio mentre nei successivi 2 giorni, l’aliquota si abbassa al 60%. Questo è l’accordo di base ma ciò non toglie che nel contratto sottoscritto dal dipendente ci possano essere delle condizioni migliori. Invece, a partire dal quarto giorno c’è un’indennità che sarà pari al 60% della retribuzione media giornaliera. Questa viene riconosciuta fino ad un massimo di 90 giorni. Dall’eventuale 91esimo giorno in poi, l’indennità sale al 75% della retribuzione media.

Infortunio sul lavoro e visita fiscale: come funziona

Ci sono delle regole anche per quanto riguarda la gestione dell’infortunio sul lavoro e la visita fiscale. In particolare dopo che l’INAIL ha ricevuto la denuncia da parte del datore di lavoro e ottenuto il certificato medico secondo quanto stabilito dagli articoli 100 e 102 del Testo Unico, deve necessariamente verificare quanto accaduto per poter procedere con l’erogazione delle prestazioni. Preventivamente, però, dovrà essere effettuato un accertamento per valutare nel merito il danno. C’è poi da sfatare un mito o per meglio dire una inesattezza. Innanzitutto, in queste situazioni conseguenti ad un infortunio sul lavoro, è acclarato che l’INPS non può effettuare una visita fiscale a domicilio in quanto non di sua competenza. La questione riguarda principalmente l’INAIL che, però, non prevede visite a sorpresa presso il domicilio del lavoratore. Ciò non toglie che l’INAIL possa comunque procedere con una visita fiscale che però viene preventivamente programmata presso le proprie sedi.

Infortunio sul lavoro: come gestirlo all’interno dell’azienda

Gestire una situazione di infortunio sul lavoro è questione abbastanza complessa non solo per il lavoratore ma anche e soprattutto per l’azienda. Inoltre, sotto questo punto di vista ci sono degli obblighi specifici che riguardano l’organizzazione e la gestione di un corso di formazione dedicato. Ci si può rivolgere ad una società specializzata come nel caso di BetaImprese, e prendere parte corsi dedicati a lavoratori che operano in aziende a rischio basso, medio e alto di infortunio:

Formazione Specifica Dei Lavoratori – Rischio Alto (12 ore)

Formazione Specifica Dei Lavoratori – Rischio Medio (8 ore)

Formazione Specifica Dei Lavoratori – Rischio Basso (4 ore)

Partecipare a questi corsi permette di accedere alle nozioni indispensabili per la sicurezza dei lavoratori, secondo quanto prestabilito dall’articolo 37 del decreto legislativo numero 81 del 2008 e dell’accordo stato-regione del 21 dicembre 2011. Inoltre, Beta Imprese propone un’ampia gamma di corsi di formazione tecnici specifici per ogni genere di settore. Ci sono docenti specializzati che permettono di acquisire correttamente le nozioni dal punto di vista teorico e pratico.