Violazione privacy

Violazione privacy: sanzioni per pubblica amministrazione e privato

Violazione privacy: pubblica amministrazione e privato colpevoli del mancato rispetto della normativa GDPR.

Nel 2019 il 48% delle ingiunzioni sul mancato rispetto della privacy è stato disposto a carico di p.a. , soprattutto scuole e enti locali. Il 52% invece è stato disposto nei riguardi di aziende e/o privati.

L’applicazione del GDPR non procede ancora nel senso sperato, soprattutto nella pubblica amministrazione.

Questi gli argomenti discussi a Roma durante l’evento di presentazione del libro “Privacy, protezione e trattamento dei dati, edito grazie a Federprivacy e Cnr di Pisa.

All’incontro c’era l’uscente presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro.

Soro stesso ha scritto la prefazione del libro in cui ha tenuto a ribadire che «la protezione dati è il terreno elettivo per saggiare la tenuta del diritto rispetto alla tecnica e riportare l’uomo al centro di uno sviluppo tecnologico che rischia, altrimenti, di prescindere da ogni orizzonte di senso».

Durante l’incontro i è parlato quindi delle sanzioni applicate in assenza di rispetto GDPR, e i dati riportati sono davvero sbalorditivi.

Il 48% delle ingiunzioni hanno interessato la pubblica amministrazione, dato davvero sconcertante considerando che il 52% delle medesime è stato a carico dei privati.

Le ingiunzioni di pagamento adottate dal Garante dal 1/1/2019al 14/12/2019 sono state ben 27 e il motivo anzionatorio è stato per lo più legato alla violazione del vecchio codice della privacy, dlgs 196/2003. Nel privato i più sanzionati gli enti locali, 38%, seguiti a ruota dalle scuole, 31%.

Invece nel settore privato, il 72% delle sanzioni ha riguardato Imprese.

In merito ai compensi previsti per il DPO o RPD (se vogliamo usare la formula anglosassone o italiana) anche in questo caso gli enti pubblici si trovano in enorme difficoltà, senza seguire una unica linea guida. La gara che viene fatta infatti o è rivolta al solo servizio di responsabile protezione dati oppure all’adeguamento dell’organizzazione e delle procedure al GDPR.

Anche le gare vengono gestite in maniera diversa e senza una unica direttiva: si bandiscono gare che hanno punte minime di 1000 euro fino a 80 mila euro/anno.

Ma come mai tutta questa attenzione per la protezione dati, soprattutto per il web?

I numeri parlano chiaro.

Ad ottobre 2019 si è registrato che circa 4,48 miliardi di persone sono stati attivi sul web, con Cina, India e Stati uniti ai primi posti in classifica di più attivi in rete.

La penetrazione mondiale di Internet è del 57% e di circa il 95% per il Nord America e Nord Europa.


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