Cos’è il Cig Smart e come si differenzia da altro codice identificativo di gara?

CIG SMART

Cig smart o CIG: cos’è?

Il codice identificativo di gara, conosciuto come CIG (codice identificativo di gara), è un codice di 10 cifre che consente di identificare in maniera univoca gli elementi costitutivi delle gare d’appalto.

Si tratta, in sostanza, di uno strumento a disposizione dell’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, per tracciare i flussi finanziari in caso di contratti pubblici e verificare che la procedura venga svolta secondo le regole. La sequenza di dieci caratteri, comprensiva di numeri e lettere, viene prodotta dal Sistema Informativo Monitoraggio Gare (SIMOG) dell’ANAC. 

Funzioni codice identificativo di gara

La sua funzione è legata all’ambito delle gare pubbliche.

Questo strumento consente di identificare un determinato contratto sottoscritto con la pubblica amministrazione, conseguente a un appalto o affidamento.

Il codice, che deve essere presente nei documenti relativi a una data gara d’appalto, oltre che nella fattura elettronica emessa nello stesso ambito, assurge a tre funzioni ben distinte:

  1. Identificare univocamente le gare, i loro lotti e i contratti stipulati con le pubbliche amministrazioni. Ciò in quanto il CIG deve essere indicato nei documenti relativi a una data gara d’appalto oltre che nella fattura elettronica emessa nello stesso ambito;
  2. Rispettare gli adempimenti contributivi posti a carico dei soggetti pubblici e privati sottoposti alla vigilanza dell’Autorità;
  3. Individuare univocamente (tracciare) le movimentazioni finanziarie degli affidamenti di lavori, servizi o forniture, indipendentemente dalla procedura di scelta del contraente adottata, e dall’importo dell’affidamento stesso.

In sostanza, dunque, il codice rappresenta un utile strumento di verifica della tracciabilità dei flussi finanziari collegati e procedure di appalto di lavori, servizi e forniture e di trasparenza delle operazioni compiute dalle stazioni appaltanti.

Come trovare un codice cig?

Il codice identificativo di gara può essere richiesto tramite procedura telematica, che deve essere effettuata dal responsabile del procedimento nei confronti dell’ANAC. Questa procedura presuppone l’accreditamento del responsabile in questione presso il portale ANAC. Questa operazione è fondamentale che venga espletata prima che parta la gara d’appalto.

Una volta portato a termine questo iter, sarà necessaria la registrazione al SIMOG, che si trova sempre all’interno del sito dell’ANAC. E’ possibile, a questo punto, rinvenire il codice nella sezione “servizi” del menù a disposizione sul portale. I codici assegnati, che saranno uno per ogni lotto, verranno perfezionati entro novanta giorni dal momento dell’acquisizione. 

Come si richiede il CIG codice identificativo di gara?

Il CIG deve essere richiesto dal responsabile del procedimento (RUP) prima dell’indizione di una procedura di gara e va perfezionato entro il termine massimo di novanta giorni dalla sua acquisizione, con le modalità fissate, da ultimo, nella Delibera ANAC. n. 1 dell’11 gennaio 2017.

Tipologie di CIG

Attualmente, esistono 4 differenti tipologie di CIG:

La summenzionata distinzione corrisponde a quella tra le diverse tipologie di gara previste dalla normativa, ma le funzioni di ciascun CIG sono sempre quelle legate alla tracciabilità e alla corretta individuazione di un determinato contratto pubblico. Vediamo nel dettaglio quali sono le finalità di ognuno dei CIG indicati dalla legge.

Cig Smart (o CIG Semplificato)

Tra le tipologie dei codici identificativi di gara, una menzione particolare va fatta sicuramente per la SmartCIG. Questo termine non è nient’altro che un altro modo per dire CIG semplificato. Dunque, le due formulazioni vogliono dire la stessa cosa, con la differenza che sta solamente nell’uso di una parola inglese invece che italiana.

Questo strumento è stato introdotto limitatamente per gli appalti di minimo importo, che non superino il valore di 40.000 euro e per contratti esclusi in tutto o in parte dall’applicazione del Codice. 

Si tratta senza dubbio di una procedura più snella, introdotta dall’ANAC affinché fosse reso più semplice il rilascio del codice identificativo di fare. Il vantaggio può essere riscontrato nel fornire meno informazioni, in termini numerici, rispetto alla normale procedura.

Sul sito Anac si legge che la stazione appaltante può acquisire il CIG introducendo un numero ridotto di informazioni:

Anche in questo caso, il numero identificativo con procedura semplificata deve essere richiesto dal Responsabile del procedimento.

Per poter accedere al servizio come Stazione Appaltante occorre:

  1. Essere registrati
  2. La presenza di un Responsabile del procedimento ai sensi del D.lgs. n. 50/2016 associato al soggetto rappresentato “Stazione Appaltante”
  3. Accedere al servizio rinvenibile presso il sito dell’Autorità nazionale anticorruzione

CIG Padre

È il codice CIG che l’amministrazione richiede per identificare le singole procedure di selezione del contraente per gli appalti realizzati in modalità “Accordo quadro/Convenzione”. Esso identifica il riferimento a cui legare, in fase di acquisizione, i cosiddetti CIG “Derivati” o “Figli”.

CIG Figlio o CIG Derivato

A sua volta, il CIG Figlio o CIG Derivato è il codice CIG richiesto dalla p.a. per identificare i singoli contratti stipulati a valle di accordi quadro, di convenzioni ai sensi dell’articolo 26 della legge n. 488/1999 e di altre convenzioni similari.

CIG Master

Che può essere richiesto nei casi di procedura di gara che comprenda una molteplicità di lotti.

In tali ipotesi, la stazione appaltante richiede un CIG per ciascun lotto e il sistema SIMOG consente al RUP, a valle dell’aggiudicazione dei diversi lotti ad un medesimo operatore (con il quale la stazione appaltante stipulerà un contratto unico), di eleggere a CIG Master uno dei CIG acquisiti relativamente ai ciascun lotto. Il CIG master può essere utilizzato per i pagamenti relativi a tutti i lotti, ferma restando la necessità di riportare nel contratto l’elenco completo di tutti i codici CIG relativi ai lotti affidati.

Quando è obbligatorio il codice CIG?

Non sempre però il CIG è obbligatorio. Esistono infatti dei casi particolari per cui non è richiesto adempiere all’obbligo e presentare domanda per ottenere il Codice. L’elenco delle esclusioni è disponibile sul sito dell’ANAC e comprende ad esempio:

  • i contratti di lavoro conclusi dalle stazioni appaltanti con i propri dipendenti (articolo 17, comma 1, lett. g) del Codice dei contratti pubblici;
  • i contratti di lavoro temporaneo (legge 24 giugno 1997 n. 196);
  • gli appalti di cui all’articolo 9, comma 1, del Codice dei contratti pubblici;
  • gli appalti aggiudicati per l’acquisto di acqua e per la fornitura di energia o di combustibili destinati alla produzione di energia, di cui agli articoli 11 e 12 del Codice dei contratti pubblici;
  • il trasferimento di fondi da parte delle amministrazioni dello Stato in favore di soggetti pubblici, se relativi alla copertura di costi per le attività istituzionali espletate dall’ente;
  • l’amministrazione diretta ai sensi dell’articolo 3, comma 1 lettera gggg) del Codice dei contratti pubblici;
  • gli affidamenti diretti a società in house ;
  • gli incarichi di collaborazione ex articolo 7, comma 6, del decreto legislativo n. 165/2001 (testo unico sul pubblico impiego);
  • le spese effettuate dai cassieri, che utilizzano il fondo economale (solo se tali spese non originano da contratti d’appalto e se sono state tipizzate dall’amministrazione mediante l’introduzione di un elenco dettagliato all’interno di un proprio regolamento di contabilità ed amministrazione);
  • l’erogazione diretta, a titolo individuale, di contributi da parte della pubblica amministrazione a soggetti indigenti o comunque a persone in condizioni di bisogno economico e fragilità personale e sociale, ovvero finalizzati alla realizzazione di progetti educativi (vedi par. 3.5 della Determinazione n. 4/2011 aggiornata con delibera n. 556/2017);
  • le prestazioni socio-sanitarie in regime di accreditamento (par. 3.5 della Determinazione n. 4/2011 aggiornata con delibera n. 556/2017);
  • i contratti di associazione che prevedono il pagamento di quote associative ( par. 3.10 della Determinazione n. 4/2011 aggiornata con delibera n. 556/2017);
  • la sponsorizzazione pura di cui all’art. 19, comma 1, del Codice dei contratti pubblici (vedi par. 2.10 della Determinazione n. 4/2011 aggiornata con delibera n. 556/2017);
  • i contratti aventi ad oggetto i servizi forniti da banche centrali di cui all’art. 17, comma 1, lett. e) del Codice dei contratti pubblici.

AVCP smart Cig: Autorità di vigilanza

Per contrastare i diffusi fenomeni di corruzione era stata istituita l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP), disciplinata da dall’art.6 del codice dei contratti pubblici. Questa figura era un organo collegiale costituito da sette membri, scelte dai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica tra personalità che operavano in settori tecnici, economici e giuridici con riconosciuta professionalità.

Successivamente, si è adottata un’altra soluzione. Le funzioni dell’ex AVCP sono state traslate all’Autorità nazionale anticorruzione.

In tal modo, si sono così accorpate in un unico soggetto le funzioni strategiche e fondamentali sia dell’AVCP che dell’ANAC. A quest’ultima è stato esplicitamente riconosciuto il potere di definire, con propri regolamenti, l’organizzazione, il funzionamento e l’ordinamento giuridico ed economico del proprio personale, sulla base dei principi della legge n. 481 del 1995, istitutiva delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità.

Codice identificativo di gara e Covid-19: cosa è cambiato

Durante la pandemia del Covid-19, che per diversi mesi ha costretto al blocco di numerose attività in ogni settore, i termini delle procedure d’appalto hanno subìto diverse sospensioni. Dallo scorso giugno, però, sono state ripristinate le condizioni esistenti prima dell’emergenza. Lo stato di emergenza, infatti, è cessato lo scorso 31 marzo, e l’ANAC ne ha approfittato per diramare un comunicato con cui ha esplicato il ritorno agli obblighi di comunicazione in vigore prima delle modifiche.

Dunque, l’ANAC ha confermato il ritorno in vigore delle procedure e dei termini vigenti prima della pandemia. La Stazione appaltante ha così l’obbligo di perfezionare il CIG entro 90 giorni, e non più 150 come previsto durante lo stato di emergenza. I CIG non perfezionati entro tale lasso di tempo saranno cancellati, e quindi nulli.

Modificazioni cig covid 

Anche la trasmissione dei dati all’Osservatorio dei contratti pubblici ha subii modificazioni: le schede adesione ed accordo quadro/convenzione e la scheda modifiche contrattuali vanno comunicate entro 30 dall’avvenuta adesione o dall’evento; mentre le schede fase iniziale, Sal, conclusione, collaudo/regolare esecuzione, accordi bonari, sospensione, subappalto e istanza di recesso vanno comunicate entro 30 dall’avvenuta adesione o dall’evento.