Radioprotezione e Sicurezza: come tutelare il paziente nel contesto sanitario moderno

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    In occasione della Giornata della Sicurezza del Paziente, è importante riflettere su quanto la tecnologia medica, pur offrendo strumenti avanzati per la diagnosi e la terapia, richieda sempre un impegno etico e professionale mirato a tutelare il paziente.

    L’uso delle radiazioni ionizzanti in ambito sanitario rappresenta una risorsa indispensabile, ma deve essere accompagnato da rigorose misure di radioprotezione e da una costante attenzione alla prevenzione dei rischi

    La radioprotezione non è un concetto astratto, ma un sistema di principi e norme che tutela la salute di ogni individuo coinvolto, assicurando che il beneficio di ogni procedura superi sempre i rischi potenziali. 

    Questo approccio è la pietra angolare su cui si basa tutta la legislazione in materia.

    Radioprotezione: normativa di riferimento e principi

    Il D.Lgs. 31 luglio 2020, n. 101 è il recepimento della Direttiva Europea 2013/59/EURATOM che ha lo scopo di armonizzare le normative sulla radioprotezione a livello europeo. 

    Con questo Decreto quindi l’Italia si allinea agli standard internazionali in materia, sostituendo la precedente normativa (D.Lgs. 230/95) e introducendo nuove definizioni, ruoli e responsabilità, con una maggiore attenzione alla sicurezza del paziente.

    Non si applica solo all’ambito medico, ma anche a quello industriale, di ricerca e ambientale. Nelle prossime righe detteremo delle informazioni preziose per quanto riguarda la radioprotezione in ambito sanitario, descrivendo le figure chiave e le loro responsabilità, le modalità corrette per gestire situazioni critiche e la formazione obbligatoria prevista per il personale coinvolto.

    I tre principi fondamentali della Radioprotezione

    L’ obiettivo di tutela della persona e dell’ambiente è garantito dall’applicazione di tre principi fondamentali riconosciuti a livello globale: giustificazione, ottimizzazione, limitazioni delle dosi.

    “Giustificazione”, in quanto qualsiasi esposizione alle radiazioni deve essere giustificata, assicurando che il beneficio per i singoli individui o per la collettività prevalga rispetto al danno sanitario potenziale

    Questo principio si applica sia a nuove pratiche che a quelle esistenti, che devono essere riesaminate in caso di nuove prove sulla loro efficacia o conseguenze. Per le esposizioni mediche, la giustificazione deve avvenire sia a livello di tipo o classe di pratica che a livello individuale, tenendo conto anche delle esposizioni professionali e del pubblico associato.

    Il Ministero della Salute può intervenire per limitare o vietare tipologie di esposizioni mediche non giustificate. Ad esempio un esame radiografico al torace per un controllo di routine non è giustificato se il paziente non ha sintomi specifici. Invece, lo è se c’è un sospetto di polmonite.

    Segue poi l’”ottimizzazione”, in quanto le esposizioni devono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile (ALARA – As Low As Reasonably Achievable), mediante l’adozione di misure di radioprotezione. 

    Ad esempio, l’uso di un dosaggio più basso compatibile con la qualità diagnostica dell’immagine, l’utilizzo di filtri, la collimazione del fascio di radiazioni per limitare l’area esposta, o l’uso di indumenti protettivi per il paziente (come grembiuli piombati per proteggere le gonadi o la tiroide);

    L’ottimizzazione per gli individui soggetti a esposizione professionale e del pubblico mira a minimizzare le dosi individuali, la probabilità e il numero di individui esposti, considerando fattori tecnici, economici e sociali.

    Nelle esposizioni mediche, l’ottimizzazione si riferisce all’entità delle singole dosi, compatibilmente con il fine medico perseguito. Le nuove tecnologie (come i sistemi di tomografia computerizzata a bassa dose o le apparecchiature di radiologia digitale) permettono di ridurre la dose mantenendo un’elevata qualità dell’immagine.

    Infine, abbiamo l’ultimo principio fondamentale, ovvero la limitazione delle Dosi. Questo principio stabilisce che le esposizioni alle radiazioni devono essere mantenute al di sotto di soglie che causerebbero danni trascurabili alla salute. Per le esposizioni pianificate, come quelle a cui sono sottoposti i lavoratori o il pubblico, ci sono limiti di dose rigorosi che non possono essere superati.

    Tuttavia, esiste una distinzione fondamentale: le esposizioni mediche (a scopo diagnostico o terapeutico) non sono soggette a questi limiti. Questo perché il beneficio diretto per la salute del paziente giustifica un’esposizione che, in altre circostanze, sarebbe inaccettabile. Nonostante ciò, non significa che siano senza controllo: l’esposizione del paziente è gestita attraverso il principio di ottimizzazione.

    Per le altre esposizioni legate all’ambito medico (come quelle di assistenti, accompagnatori o volontari di ricerca), viene applicato il concetto di vincolo di dose. Questo valore di riferimento, stabilito in anticipo, aiuta a garantire che le dosi a cui sono esposti questi individui siano mantenute al livello più basso possibile, senza superare i limiti di legge per il pubblico. Questo approccio a due livelli assicura che la sicurezza sia la priorità, sia per il paziente che per chi lo circonda.

    Il Titolo XIII delle normative è interamente dedicato alle Esposizioni Mediche, definendo i principi generali per la radioprotezione dei pazienti sottoposti a procedure diagnostiche o terapeutiche, screening sanitari, partecipanti a programmi di ricerca medica o biomedica, e per coloro che assistono e confortano tali pazienti.

    È essenziale che tutte le dosi derivanti da esposizioni mediche, ad eccezione dei trattamenti radioterapeutici, siano mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile e compatibile con il raggiungimento dell’informazione diagnostica richiesta. 

    Inoltre, è obbligatorio implementare un sistema appropriato per la registrazione e l’analisi di eventi che implicano o potrebbero implicare esposizioni accidentali o indebite.

    Ruoli e responsabilità nel contesto della radioprotezione

    Descriviamo ora brevemente le figure chiave individuate dalla normativa e il loro ruolo nella radioprotezione:

    • Medico prescrivente: (ad esempio il medico di base o un altro specialista) ha il ruolo fondamentale di giustificare l’esposizione medica. Sulla base della sua valutazione clinica, stabilisce la necessità di un esame o di un trattamento che utilizza radiazioni ionizzanti, valutando che il beneficio atteso per il paziente superi il potenziale rischio;
    • Medico Specialista: come il radiologo, il cardiologo interventista o il medico nucleare, è responsabile dell’esecuzione dell’esame o del trattamento. Ha il compito di ottimizzare la procedura, scegliendo il protocollo più appropriato che permetta di ottenere il risultato clinico desiderato con la minima dose possibile di radiazioni per il paziente;
    • Fisico Medico: è l’esperto tecnico in radioprotezione e fisica delle radiazioni. Si occupa della calibrazione e del controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche, garantendo che funzionino correttamente e che le dosi erogate siano precise e controllate. È una figura di consulenza essenziale per l’ottimizzazione e la sicurezza;
    • Tecnico di Radiologia Medica: è il professionista sanitario che esegue materialmente gli esami radiologici su indicazione del medico specialista. Applica i protocolli di ottimizzazione, posiziona correttamente il paziente e utilizza le apparecchiature in modo sicuro e preciso, minimizzando la dose di radiazioni in ogni fase della procedura.

    Gestione degli eventi accidentali e indebiti

    In radioprotezione, un “evento accidentale o indebito” si riferisce a una situazione inaspettata che comporta un’esposizione non voluta o superiore a quella pianificata alle radiazioni ionizzanti

    Questi eventi possono avere conseguenze significative sulla salute del paziente o del personale e, per questo, richiedono un’attenta analisi e una gestione mirata a prevenirne il ripetersi.

    L’esposizione accidentale, ad esempio, è un evento fortuito e involontario che si verifica a seguito di un guasto o di un malfunzionamento tecnico, di un errore umano o di un altro imprevisto. Tali eventi possono portare a dosi elevate, non giustificate clinicamente.

    Esempi in ambito medico includono: 

    • Malfunzionamento dell’attrezzatura: un’apparecchiatura radiologica che emette radiazioni per un periodo più lungo del previsto o con una dose superiore a quella impostata;
    • Guasto del sistema di controllo: un’interruzione del sistema di controllo che non permette la cessazione dell’esposizione, come nel caso di un apparecchio per radioterapia che continua a irradiare anche dopo il termine della seduta prevista.

    L’esposizione indebita, invece, è un’esposizione medica significativamente diversa da quella prevista o destinata a uno scopo specifico. Si verifica quando il paziente riceve un’esposizione che non era necessaria o non era appropriata per la sua condizione clinica.

    Esempi in ambito medico includono: 

    • Esame errato: esecuzione di un esame su una parte del corpo non corretta, sul paziente sbagliato, o l’utilizzo di un protocollo non adeguato;
    • Ripetizione non necessaria: ripetizione di un esame diagnostico a causa di un’immagine di scarsa qualità dovuta a un errore di posizionamento o di tecnica, senza una valida giustificazione clinica;
    • Omissione della protezione: mancato utilizzo di mezzi di protezione, come il grembiule piombato, su parti del corpo sensibili del paziente (es. gonadi o tiroide).

    La corretta gestione di questi eventi, attraverso sistemi di registrazione e analisi, è importante per il miglioramento continuo della sicurezza e per l’apprendimento dagli errori, come indicato dal D.Lgs. 101/2020.

    Radioprotezione e l’importanza della formazione ECM

    Per garantire l’applicazione rigorosa di questi principi e promuovere la sicurezza del paziente, è previsto un obbligo formativo continuo per il personale sanitario

    Per il triennio 2023-2025, una percentuale specifica dei crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) deve essere dedicata alla radioprotezione:

    • Il 10% dei crediti complessivi è richiesto per medici specialisti, medici di medicina generale, pediatri di famiglia e altri professionisti sanitari;
    • Il 15% dei crediti complessivi è richiesto per gli specialisti in fisica medica e per gli odontoiatri che svolgono attività complementare.

    Questa formazione continua si inserisce nel programma ECM e l’obbligo formativo decorre dal 1° gennaio successivo all’iscrizione all’Ordine professionale

    I professionisti sono tenuti a dichiarare i crediti acquisiti accedendo alla propria area riservata sul portale Co.Ge.A.P.S., nella sezione “RADIOPROTEZIONE“. La mancata dichiarazione di questi crediti potrebbe comportare sanzioni o il mancato aggiornamento della posizione formativa. 

    Questo impegno formativo non è solo un obbligo burocratico, ma una necessità per stare al passo con l’evoluzione tecnologica e scientifica: è cruciale per mantenere elevati gli standard di sicurezza e per tutelare la salute dei pazienti in ogni contesto che preveda l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.

    La radioprotezione non è solo un requisito normativo, ma un impegno etico e professionale verso i pazienti e la comunità sanitaria.

    Per questo abbiamo attivato un nuovo corso ECM dedicato alla radioprotezione: uno strumento concreto per trasformare la conoscenza in pratica quotidiana.

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