Arrivano i nuovi Criteri Ambientali Minimi

Saranno operativi dal 13 febbraio i cosiddetti CAM, i Criteri Ambientali Minimi, che le Pubbliche Amministrazioni dovranno seguire per la realizzazione di lavori per nuove costruzioni, per la ristrutturazione e la manutenzione degli edifici pubblici e per l’affidamento di servizi di progettazione. L’aggiornamento dei Criteri Ambientali Minimi si è reso necessario in seguito alle innovazioni tecniche e commerciali del mercato, ai cambiamenti tecnologici riscontrati negli ultimi anni, ai contenuti del Nuovo Codice degli appalti e al Nuovo Conto Termico I nuovi CAM, inseriti nel Decreto Ministeriale 11 gennaio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio 2017, vanno a sostituire i vecchi Criteri che dal 2008 hanno orientato le gare pubbliche.
Cosa cambierà con i nuovi CAM? Intanto deve essere attentamente valutata la capacità tecnica del progettista, un professionista abilitato e iscritto agli albi o registri professionali, accreditato dagli organismi di certificazione energetico-ambientale degli edifici accreditati secondo la norma internazionale ISO/IEC 17024, che deve verificare la possibilità di recuperare edifici esistenti, localizzare l’opera pubblica in aree già urbanizzate o riutilizzare aree dismesse. Alla sua proposta sarà attribuito un punteggio premiante.
Inoltre, per essere scelto, il progetto deve garantire risparmio idrico, illuminazione naturale e approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, ma anche assicurare l’inserimento naturalistico paesaggistico, la sistemazione delle aree verde e il mantenimento della permeabilità dei suoli. I componenti edilizi devono garantire la possibilità di essere sottoposti a demolizione selettiva ed essere riciclabili o riutilizzabili, a fine vita.
Nelle nuove costruzioni, l’indice di prestazione energetica globale dovrà corrispondere almeno alla classe A3.
L’Amministrazione deve inoltre verificare che il progetto preveda l’uso di materiali composti da materie prime rinnovabili, una distanza minima per l’approvvigionamento dei prodotti da costruzione e il miglioramento delle prestazioni ambientali dell’edificio. Almeno il 70% dei rifiuti non pericolosi generati durante la demolizione e rimozione degli edifici deve essere avviato a operazioni per essere riutilizzato, recuperato o riciclato.

Fallimento: cambiano le regole

È stato approvato alla Camera dei Deputati in data 1 febbraio 2017 il ddl di riforma del diritto fallimentare voluto dal ministro della giustizia Andrea Orlando. Attendendo il passaggio al Senato che secondo il Governo avverrà a breve, possiamo analizzare quella che risulterà essere una piccola rivoluzione nel settore del diritto fallimentare.

La riforma propone una serie di novità importanti in una normativa che risale al 1942 ed era oggettivamente molto datata e non in linea con gli attuali scenari del diritto commerciale. In sintesi si è voluto introdurre un principio fondamentale che è quello di anticipare il fallimento e cercare di scongiurarlo. Secondo quanto previsto dal ddl, infatti, si anticipano le procedure di allerta, si cerca di prevenire il fallimento quando è ancora possibile e si rimedia ad alcune lacune che riguardavano i gruppi di impresa.

A livello professionale, la novità senz’altro più interessante è l’intenzione di professionalizzare chi segue le anziende in difficoltà. Il ddl, infatti, prevede che presso le Camere di Commercio venga istituito un “servizio di composizione assistita della crisi” che avrà il compito di allertare in una fase preventiva al default. L’istituzione di questo nuvo servizio si basa sul fatto che circa l’87% delle imprese fallite presentavano problemi di insolvenza almeno tre anni prima, quindi c’erà tutto il tempo di prevenire la crisi.

Nell’ambito della procedura il ddl prevede un concordato che dia garanzia di continuità anziendale, di mantenimento dei livelli occupazionali dell’impresa e un’adeguata soddisfazione dei creditori. Il concordato liquidatorio sarà consentito solo nel caso in cui sia rispettata la soglia del 20% di soddisfazione dei crediti chirografari. Per quanto riguarda, invece, i gruppi di impresa, è prevista la possibilità di trattare la crisi e l’insolvenza delle imprese plurime di uno stesso gruppo individuando un unico tribunale ed un’unica procedura.

Durc, aumentano i controlli delle Case Edili

La circolare Inps dà la facoltà a questi organismi di svolgere controlli su tutte le imprese dell’edilizia che applicano il contratto collettivo nazionale del lavoro.
Con la circolare dell’Inps 17/2017, cambia qualcosa nel sistema che regolamenta il rilascio del Durc, ovvero il Documento unico di regolarità contributiva che attesta l’assolvimento, da parte dell’impresa, dei suoi obblighi legislativi e contrattuali.
Con la nuova circolare, in pratica, le Casse edili – che sono gli organismi che materialmente emettono il Durc – svolgono i controlli su tutte le imprese che richiedono il rilascio del Durc e che applicano il contratto collettivo nazionale del lavoro del settore edilizia. La condizione sufficiente per effettuare i controlli è, infatti, che l’impresa che richiede il Durc online (diventato attivo nel luglio 2015) applichi il contratto collettivo di settore. Il risparmio di tempo è evidente: prima, infatti, Inps e Inail controllavano sempre e comunque tutte le richieste, mentre prima delle verifiche delle Casse edili bisognava verificare la classificazione dell’impresa come “edile”. C’era quindi un passaggio in più. Ora il meccanismo di rilascio del Durc è semplificato.
C’è un altro aspetto importante contenuto nella circolare Inps: quello relativo alle procedure concorsuali, in modo da permettere alle imprese che rischiano il fallimento di continuare a lavorare. Le norme riconoscono la regolarità a tutte le imprese per le quali gli obblighi contributivi sono scaduti prima dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio e della dichiarazione di apertura della procedura.

Il modello unico va in pensione, arriva "redditi"

Il modello UNICO, con il quale negli ultimi anni si sono presentate le dichiarazioni dei redditi, andrà in pensione a partire dal 2017. Sono infatti già disponibili la bozza e le istruzioni della dichiarazione dei redditi per le persone fisiche 2017, da utilizzare per i redditi percepiti nell’anno 2016, sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate.

Ovviamente la differenza tra UNICO e REDDITI non sarà solo nel nome.

Tra le novità rilevanti si deve annotare l’agevolazione sui premi di risultato per i dipendenti del settore privato che prevede, per premi non superiori a 2.000 euro e percepiti in denaro, un’imposta sostitutiva dell’IRPEF al 10%, mentre saranno esenti da imposta i premi percepiti sotto forma di benefit o di rimborso spese di rilevanza sociale.

Prevista anche una detrazione del 65% sulle spese sostenute per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e climatizzazione delle unità abitative.

Sarà inoltre possibile utilizzare il credito di imposta per donazioni in denaro destinate a investimenti in favore delle scuole, finalizzate alla realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e al sostegno di interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti.